Val D’Orcia vol.1

Quando ripenso a questi due viaggi in Val D’Orcia si creano in me sentimenti contrastanti. Siamo andati due volte ma la prima non era proprio quello che ci aspettavamo o meglio siamo stati un po’ incoscienti nonostante le previsioni dicessero che il tempo avrebbe fatto schifo. Per fortuna ci siamo rifatti con la seconda. Ecco il nostro breve tour della Val D’Orcia in moto! Vol.1.

Foto di collina toscana nel nulla della Val D'Orcia.
Foto scattata nel nulla dopo che ero stata scaricata per strada, vuoi sapere perché? Continua a leggere non te ne pentirai.

Il viaggio in Val D’Orcia è stato il mio primo viaggio lungo in moto, prima di questo ero abituata a stare seduta su quel sellino per al massimo un’ora o un’oretta e mezza. Ero molto entusiasta all’idea di percorrere le bellissime colline toscane e soprattutto quei viali di cipressi e quelle curve nel verde che sono nell’immaginario di tutti quando si pensa alla Toscana. Mi ero preparata psicologicamente e non solo. Avevo acquistato il mio primo giubbotto da vera biker con tutte le protezioni necessarie e il mio ragazzo aveva acquistato i bauletti. Era tutto pronto e perfetto ma il tempo… NO.

Non siamo partiti solo io e lui, con noi c’erano anche due nostri amici, una coppia come noi. Le zavorre, ossia io e la mia amica, hanno lasciato carta bianca ai boys per quanto riguardava il tragitto e mai errore fu più grande. Per chi non è motociclista, sappiate che i motociclisti non scelgono mai la strada più veloce ma bensì quella più “bella“. Bella per loro ovviamente non per le zavorre dietro. Per farvi capire, la strada bella è quella fatta da tornanti e chicane a non finire e rettilinei ogni tanto giusto per dare un po’ di gas.

Il viaggio per la Val D’Orcia

Siamo partiti da Roma un bel sabato mattina pieno di sole e dopo aver fatto colazione ci siamo avviati lungo il percorso. Tutto ok fino all’arrivo al tanto aspettato (da me) confine tra Lazio e Toscana. Ebbene sì, io pensavo che ormai eravamo vicinissimi al nostro bellissimo agriturismo a Montalcino (ve lo linko qui perché merita tantissimo, per non parlare di Gabriella la proprietaria una persona squisita, Azienda agraria La Casella). Mai pensiero fu più sbagliato. Da quel momento in poi, ho smesso di leggere sui cartelli stradali i nomi dei vari paesini della Val D’Orcia che io e la mia amica volevamo visitare, le indicazioni portavano tutte verso Grosseto, parte opposta. Il mio povero ragazzo si è sorbito i peggio insulti attraverso l’interfono. Quel viaggio stava già durando troppo e il mio sedere non ce la faceva già più.

L’incidente di percorso

Quando eravamo finalmente ritornati lungo il percorso che ci portava verso l’agriturismo ecco che succede il fattaccio. Ad un certo punto, non vediamo più i nostri amici dietro di noi, non capiamo cosa sia successo. Vengo scaricata lungo la strada e il mio ragazzo torna indietro per cercarli. Ed ecco la scoperta, il bauletto si è staccato dalla moto e ci mancava poco che lo perdessero per strada! Per questa cosa abbiamo perso un bel po’ di tempo, con l’aiuto di alcuni poliziotti della zona riusciamo a “risolvere” un pochino. I loro vestiti vengono messi nei nostri bauletti e la mia amica si carica a tracolla il loro bauletto rotto. Finalmente arriviamo all’agriturismo ed è ancora una bella giornata quindi dopo esserci un po’ riposati via al paesello per un bell’aperitivo sostanzioso dato che non avevamo ancora pranzato ed erano ormai le 15. Dopo uno stupendo aperitivo, ricco di vino, tartufi, bruschette e salumi, ci mettiamo in cammino per cercare di visitare almeno qualcosa e andiamo all’abbazia di Sant’Antimo.

Il giorno seguente

La domenica mattina purtroppo il tempo decide che non è giornata, anzi quest’ultima inizia male e finisce peggio. Dopo aver fatto colazione in agriturismo, ci mettiamo in sella alla moto e decidiamo di visitare qualcosa nel poco tempo che ci è rimasto. Ci rechiamo prima alla Cappella della Madonna della Vitaleta, ma nessuno ci aveva informato fosse in ristrutturazione e la troviamo tutta transennata e piena di ponteggi. Poi lungo la strada vediamo i famosi cipressi di San Quirico D’Orcia ma dopo solo qualche foto inizia a piovere… fortissimo. Io e il mio ragazzo eravamo armati di K-way e pantaloni da mettere sui nostri, ma i nostri amici no quindi la doccia era assicurata. Non ci resta che fare tappa per un pranzo veloce e tornare verso Roma.

Cipressi di San Quirico D'Orcia in Val D'Orcia
I famosi cipressi di San Quirico D’Orcia

In conclusione, vi posso dire che è stato un viaggio brutto, che ha portato me e il mio ragazzo a litigare H24, ma lo rifarei per tutta una serie di motivi. Innanzitutto, io e il mi ragazzo non avevamo mai avuto problemi di conflittualità di questo genere, quindi molto probabilmente se non ci fosse stata questa occasione, avremmo solo ritardato alcuni discorsi. Abbiamo capito come venirci incontro e quali aspetti del nostro carattere debbano essere smussati. Tra l’altro ne avevo ricavato una bella riflessione che avevo proprio messo per iscritto nel post pubblicato su Instagram riguardo questo viaggio. Inoltre, ho capito quali sono i miei limiti, ma soprattutto che non devo mai lasciar fare il percorso a due motociclisti!

La Val D’Orcia si è poi fatta apprezzare, in tutta la sua bellezza, qualche mese più tardi.

Segue il Vol.2